L’Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro sorge immersa nel verde, in un territorio ricco di storia, tra i comuni di Contessa Entellina, Bisacquino e Giuliana e si trova inserita nella Riserva naturale Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco. Nei suoi pressi si potrà fare visita al castello di Calatamauro. Il suo nome è legata ad una leggenda che narra del ritrovamento di un’immagine della Vergine nell’incavo di un albero da parte di alcuni monaci che vivevano in comunità in questa zona boscosa, alle falde del monte Genuardo, e vi fondarono un oratorio nella cui chiesa trasferirono le reliquie dei Santi Gregorio e Gerlando.
Abbazia Santa Maria del Bosco
L’abbazia di Calatamauro, le cui origini risalgono agli inizi del Trecento, in origini sorse quindi come monastero di frati eremiti. Costoro infatti scelsero di abbracciare la regola benedettina solo nel 1318 incalzati dall’allora vescovo di Agrigento Bertoldo de Labro. Il primo priore fu Benedetto Placentino. L’elevazione del monastero ad abbazia è datata nel 1400 ad opera di Papa Bonifacio IX. Riguardo le origini del monastero, sul “Dizionario Topografico della Sicilia” nel XIX secolo tradotto dal latino da Gioacchino Di Marzo, lo storico Vito Maria Amico ne parla così e ne cita pure il primo abate: «L’abbazia del Bosco di Calatamauro, in latino S. Maria de Nemore Calatamauri fu nel principio un’angusta casa di eremiti nel monte Genovardo ed il bosco di Calatamauro, che professata poi la regola di San Benedetto, diedero principio al famoso monastero, che prese il nome di Priorato circa nell’anno 1320, ed accresciuto di rendite dalla liberalità del Re Federico III, e donato poscia di vari beni dai pietosi fedeli meritò venir sollevato ad abbazia nel 1400 per decreto di Papa Bonifacio IX, quindi ne fu nominato primo abate Benedetto di Maniace e conseguì in Roma le insegne».
Nella seconda metà dello stesso secolo difatti al monastero furono fatte alcune impoprtanti concessioni, tra le quali quelle da parte del re di Sicilia Federico IV relative a due aratate di terra nel bosco di Calatamauro. Tra le figure di spicco legate alla storia del monastero vi fu pure quella dell’infanta e contessa di Caltabellotta Eleonora d’Aragona, che in più occasioni si mostrò generosa verso l’abbazia di Calatamauro, e intercedette personalmente anche presso i sovrani affinchè i monaci ottenessero dei favori. Sicché nel 1405, quando morì a quasi 60 anni, fu sepolta a Santa Maria del Bosco e per il suo monumento funebre lo scultore Francesco Laurana scelse di ritrarne il volto in una pregevole scultura che si trova esposta a Palermo, presso la Galleria regionale di Palazzo Abatellis.
Abbazia Santa Maria del Bosco storia
Dalle fonti storiche si apprende che nel 1489 l’abate Placido Castagneda ne favorì l’unione con la Congregazione dei monaci olivetani, fondata nel 1313 dal beato Bernardo Tolomei. Il religioso chiese infatti a Ferdinando II di introdurre la regola e l’abito bianco dei padri benedettini di monte Oliveto nel suo monastero e due anni dopo Innocenzo VIII, unisce la comunità di S. Maria del Bosco con la congregazione di Monte Oliveto Maggiore di Siena. Lo storico Vito Amico fa risalire l’episodio a qualche decennio prima: «Placido Castagneda V abate volle unito il monastero nel 1412 alla congregazione di Monte Oliveto, da qual tempo assegnò questa gli abati. E’ oggigiorno a pochi secondo in Sicilia per la magnifica ed elegante costruzione, abbonda di rendite e si compone di cospicui monaci».
Di sicuro gli olivetani vissero nel monastero sino al 1784 e dieci anni dopo l’abbazia passò a padri agostiniani calzati, grazie ai quali il complesso monastico potè tornare agli antichi splendori. L’ordine religioso venne poi soppresso con il decreto regio del luglio 1866 «Il monastero di S. Maria del bosco di Calatamauro per regio decreto del Re Ferdinando emanato nel 1794 fu tolto ai PP. Olivetani ed assegnalo ai pp. Agostiniani calzali che attualmente l’abitano. Magnifica ne è la chiesa e decorata di famosi dipinti». (V. Amico).
Per quanto riguarda i proprietari abbazia Santa Maria del Bosco, il suo recente passato ci racconta invece che il complesso monastico fu in seguito acquistato all’asta dal barone Ferrantelli che ne fece un’azienda agricola e da questi passò al di lui discendente, il barone cav. Guglielmo Inglese.
Abbazia Santa Maria del Bosco architettura
Dell’originaria fabbrica del Trecento non si conosce nulla. Le prime notizie relative alla costruzione risalgono infatti al XVI secolo e si tratta di informazioni che si riferiscono ad un restauro che dovrebbe aver interessato l’edificio tra il 1536 e il 1540. I lavori di fondazione del complesso architettonico avvennero tra il 1592 e il 1646. La costruzione della chiesa attuale risale al 1757. Vi prese parte il noto architetto napoletano Luigi Vanvitelli, autore della celebre Reggia di Caserta la quale, si racconta, tra i suoi affreschi ne conserva uno dove sembrano esserci raffigurati proprio il monastero e la chiesa del bosco di Calatamauro.
La chiesa dell’abbazia di Contessa Entellina, rimasta proprietà dell’arcivescovado, si sviluppa a croce latina su un’unica navata ed è affiancata da una possente torre campanaria con cuspide piramidale, la cui realizzazione fu commissionato nel 1623 dall’abate don Vittorio da Napoli. Il prospetto principale è decorato con lesene e capitelli e da un rosone tompagnato che raffigura la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.
La chiesa abbaziale di Contessa Entellina nel corso dei secoli ha subìto numerosi danni e oggi risulta in parte è crollato. Un tempo però vi si accedeva da un elegante portale, attribuito a Pietro Belverte, con figure di santi e lo stemma degli oliventani su cui risaltava la data 1535. Al suo interno era decorata con una grande varietà di marmi policromi, tra cui quelli di Carrara, affreschi e nicchie con statue di santi e presentava due cappelle laterali per lato, ed una cupola centrale era posta a coronamento del transetto. A Giuseppe Venanzio Marvuglia si deve la realizzazione del coro che un tempo abbelliva la chiesa. In fondo alla navata era presente l’altare maggiore e il tabernacolo con la maiolica raffigurante Santa Maria del Bosco attribuita ad Andrea Della Robbia risalente alla fine del secolo XV e sopra un pregevole dipinto incornicato tra due colonne. Oggi il tondo della Vergine SS.ma si trova conservato al Museo diocesano di Monreale. Tra le opere di pregio custoditi nella chiesa di Santa Maria del Bosco vi erano i dipinti di Ippolito Ferrante, una Santa Rosalia di Vito d’Anna (1766) raffigurata con due angeli sulla strada per la Quisquina, una Madonna della Consolazione di Salvatore Lo Forte, la rappresentazione della Sacra Famiglia, che il napoletano Raffaele Postiglione realizzò nel 1856, dipinti di Mariano Rossi e Pietro Paolo Panci e piastrelle di marmo raffiguranti la Passione di Cristo realizzate agli inizi del Settecento da un artista siciliano.
Il Monastero di Contessa Entellina
Sul lato sud della chiesa sorge il complesso monastico di Santa Maria del Bosco con i corpi di fabbrica che si elevano su due piani e si sviluppano attorno a due chiostri di diversa tipologia e dimensione, abbelliti da colonne con capitelli dorici e aperture a serliana e sculture del marmoraro Paolo Busacca. Il chiostro di forma quadrata è stato progettato da Antonio Muttone. Entrambi presentano una settecentesca fontana monumentale al centro.
Gli ambienti monastici presentano soffitti a volta e decorazioni in marmo e in stucco, tra cui alcuni di scuola serpottiana, e sono serviti da scalinate e da lunghe gallerie. Al piano terra tra le varie stanze trovano posto anche la sala da panzo, la cucina e il refettorio nel quale è presente un affresco raffigurante la moltiplicazione dei pani. Di particolare eleganza è il cosiddetto scalone regio con balaustre in marmo. Al primo piano son presenti decine e dedine di celle dormitorio, la biblioteca, la foresteria e quella che un tempo era la cappella privata dell’abate. I sotterranei si sviluppano su due livelli ed ospitavano i locali di servizio.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XIII secolo
- Ubicazione: SP35