Il Tirrimulliru è il dolce tipico di Randazzo, il borgo medievale dell’Etna conosciuto anche per essere la città nera per via delle sue costruzioni in pietra lavica. Il Tirrimulluru è un dolce molto antico e dal nome alquanto originale che si contraddistingue per il suo ingrediente principe, il vino cotto. Per quei pochi che non lo sanno, il vino cotto in Sicilia è utilizzato per la preparazione di molti dolci autunnali. Si ricava dal mosto d’uva e nell’isola oltretutto viene arricchito con la scorza d’arancia, la cannella, i chiodi di garofano, le foglie d’alloro e la buccia di limone. A questa dolcezza tutta particolare, a Randazzo viene pure dedicata una sagra golosa, che la vede protagonista assieme ai biscotti morbidi e soffici, che vanno sotto il nome di Nuvolette.
Il Tirrimulliru di Randazzo
Il Tirrimulliru di Randazzo è un dolce che si gusta nel periodo delle feste natalizie, e che viene preparato con il vino cotto e con altro ingredienti tipico del periodo invernale, ovvero la frutta secca. Peraltro ci troviamo in un territorio vocato alla coltivazione della vite fin dai tempi antichi e la cui tradizione agricola e vitivinicola si perde nella notte dei tempi. Qui si trovano le vigne del vulcano che, grazie ai terreni di natura lavica, producono vini di grandissima finezza.
Il vino cotto in particolare è il più antico dolcificante della storia. L’usanza di mettere a bollire il mosto prima della fermentazione, era nota già agli antichi Romani che utilizzavano il vino cotto anche per condire i loro piatti a base di carne. Ma il vino cotto ricavato dai mosti dei vitigni dell’Etna, che producono i vini tra i più pregiati al mondo, non può che essere particolarmente intenso ed aromatico nel gusto.
Il vino cotto era il tipico dolcificante dei nostri avi ed è per questo motivo che molti dolci della tradizione siciliana vengono ancora oggi preparati con diverse sostanze usate per addolcire, quali miele e appunto il mosto cotto. Tra le specialità dolciarie preparate con questo tipo di dolcificante ricordiamo la cuccìa siciliana con vino cotto, il dolce a cucchiaio tipico del 13 dicembre a base di grano bollito, condito con ricotta di pecora o crema di latte. Questa prelibatezza, soprattutto nel trapanese, viene gustata con l’aggiunta di vino cotto. Nel Tirrimulliru randazzese il vino cotto, assieme alla farina, fa invece da legante a diverse tipologie di frutta secca, come mandorle, nocciole e noci.
Il Tirrimulliru di Randazzo è quindi un dolce semplice e preparato con pochi ingredienti che la natura del luogo offre, quali vino cotto e frutta secca e si contraddistingue per il suo sapore intenso e il profumo inconfondibile conferitogli da questa bevanda speciale, che si ottiene dalla fermentazione del mosto precedentemente cotto, e dalla cannella. Nel dolcetto infatti si miscelano noci, mandorle, nocciole ed un pizzico di cannella. Quest’ultima è molto utilizzata in cucina per via della sua capacità di esaltare il sapore dei cibi ed in particolare dei dolci, ai quali infonde carattere e singolarità. Ma c’è pure chi alla cannella nel Tirrimulluru aggiunge la buccia d’arancia grattugiata.
Ricetta del Tirrimulliru di Randazzo
Quella del Tirrimulluru di Randazzo è una ricetta tutta casalinga che le massaie si tramandano da generazioni, e contuttoché i paesi vicini ne rivendicano la paternità, è diventato il prodotto tipico per eccellenza della città Medievale. La ricetta del Tirrimulliru di Randazzo rischiava di scomparire, fino a quando non si è pensato di rispolverarla. Da qualche anno infatti, intorno a questo dolce si tiene una sagra per palati fini. La bontà al vino cotto randazzese, dal nome che è uno scioglilingua, è diventata la protagonista di una gustosa sagra che si svolge in prossimità delle feste natalizie e che vede i pasticceri locali presentare il Tirrimulliru nelle sue diverse versioni. Una golosa variante è quella preparata con i fichi secchi e la polpa d’arancia che prendono il posto della frutta secca della ricetta tradizionale.
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Come preparare il Tirrimulliru randazzese
Versare il vino cotto all’interno di una casseruola posta sul fuoco. Lasciare intiepidire e versare poco alla volta la farina e mescolare. Aggiungere le noci e le nocciole e continuare a mescolare. Cuocere a fuoco lento fino a formare un impasto consistente. Aggiungere la cannella, mescolare e lasciare raffreddare. Aiutandosi con un cucchiaio unto, prendere un po’ di impasto e ricavare delle forme ovali o ad “S”. Disporre i dolci su una teglia con carta da forno. Cuocere a 180°per 20 minuti. A fine cottura spennellare con il vino cotto lasciato da parte per renderli lucidi e naturalmente più appetitosi.
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Ingredienti:
– 1 lt di vino cotto
– 300 gr di farina
– 250 gr di frutta secca pestata (noci, nocciole…)
– 1 pizzico di cannella