Nel paese di Delia, in provincia di Caltanissetta, la Pasqua è molto sentita ed è anticipata da antichi riti religiosi e tradizioni suggestive che coinvolgono tutta la popolazione. I riti della Settimana Santa di Delia hanno una tradizione antica, poiché risalgono verosimilmente alla seconda metà del Settecento, se non addirittura prima. Dal testamento del 1755 di un tal Melchiorre Gulizia si apprende che l’uomo lasciò del denaro per contribuire alle spese occorrenti per la realizzazione della nuova statua del Santissimo Salvatore della “Giunta”, ossia il simulacro utilizzato per il tradizionale “incontro”. La domenica di Pasqua infatti la banda musicale e la gente in festa accompagnano la statua di Gesù risorto ed avviene il gioioso incontro con la Madonna.
La Settimana Santa a Delia
I riti della Settimana Santa a Delia cominciano qualche giorno prima ed includono altre rappresentazioni folkloristiche e religiose, di grande impatto emotivo. Il pomeriggio della Domenica delle Palme dalla chiesa di Santa Maria d’Itria si muove la processione delle palme che raggiungerà la Chiesa Madre dove sarà celebrata la Santa Messa. In serata figuranti in costume d’epoca mettono in scena il “prologo”, l’ “entrata di Gesù in Gerusalemme”, l’ “offendo il ciel” e la “spartenza”, alle quali seguono, il giovedì Santo, l’ “ultima cena”, l’ “orazione nell’orto”, la “cattura”, la “negazione di Pietro” e il “processo”.
Il testo della rappresentazione, portato in scena tutti gli anni dall’Associazione “Settimana Santa Delia”, è tratto dal dramma di Filippo Orioles intitolato “Riscatto di Adamo” che, nella cittadina nissena, è stato rivisto dal professore Calogero Ferrara nell’Ottocento. L’opera viene rappresentata durante la settimana Santa in molti paesi della Sicilia e non solo, ed è conosciuta ai più come Mortorio di Cristo.
Sino a qualche decennio fa a Delia le fasi della Passione, morte e Resurrezione di Cristo venivano messe in scena ogni tre o quattro anni, in un’unica serata e le rappresentazioni si spingevano sino alle prime luci del mattino, mentre adesso si svolgono nel corso della settimana Santa, coinvolgendo un po’ tutte le piazze del paese, per via anche delle processioni che si susseguono nei vari giorni. Come quella del Venerdì Santo che vede l’Addolorata, San Giovanni e l’Urna portati a spalla dai membri dei vari comitati, attraversare il centro del paese accompagnati dalle marce funebri della banda musicale e dai canti mesti dei “lamentatori”. Il successo della manifestazione, che tutti gli anni attira nella cittadina numerosi visitatori provenienti da ogni parte dell’isola, è dovuto anche ai portatori dell’Urna, di Santu Sarbaturi, di San Giovanni, dell’Addolorata, della Madonna dell’Incontro e al gruppo dei Lamentatori che da sempre prendono parte in maniera attiva alle celebrazioni della settimana Santa.
Nel pomeriggio le recite proseguono con la flagellazione in piazza, la suggestiva rappresentazione delle “cadute” di Gesù sotto il peso della croce, lungo il percorso che lo porterà al Calvario, e le rievocazioni della crocifissione e della deposizione, alle quali seguirà la processione notturna del Cristo morto, che viene riportato in chiesa Madre. Sabato Santo è l’ultimo giorno di rappresentazioni con l’incontro tra Pietro e Giuda, il pentimento di Pietro ed infine la resurrezione. I riti della settimana Santa di Delia si concludono la Domenica di Pasqua, giorno in cui, sia di mattina che di pomeriggio, avviene l’Incontro tra i simulacri del Cristo Risorto e della Madonna che si baciano per tre volte, prima che il simulacro di Gesù cominci la sua spettacolare corsa in salita lungo la Via Petilia. Fanno da cornice all’incontro le spettacolari performance dei giocolieri di stendardi che si esibiscono al ritmo cadenzato dei tamburi, di una marcia tipica, composta per tale manifestazione, che cresce man mano che i due simulacri si avvicinano e si baciano, e dal suono a festa delle campane.
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