Una festa molto sentita è quella dedicata a Santa Lucia e in Sicilia le tradizioni sono varie e molteplici e si svolgono in qualsiasi angolo dell’isola: il 13 dicembre, giorno della festa, ricorre l’anniversario del suo martirio e per l’occasione è consuetudine onorare la Santa in diversi modi. In particolar modo a Siracusa, essendo Santa Lucia patrona della città, è tradizione esporre dai balconi dei palazzi una grande varietà di stoffe, tappeti e drappi colorati, vestendo il centro storico a festa per tutta la durata delle celebrazioni, per mezzo anche di luci e ceri che vengono messi in mostra per onorare la Santa. Inoltre, vengono portate in processione dalla Cattedrale fino alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, le reliquie della Santa, trasportate dentro una teca d’oro racchiusa nella pregevole statua d’argento raffigurante la Patrona di Siracusa, alta quattro metri, realizzata dall’artista Pietro Rizzo nel sedicesimo secolo, e restano esposte all’interno della Basilica per un’intera settimana.
Santa Lucia a Cefalù
Santa Lucia a Cefalù viene celebrata nella chiesetta sita nell’omonima contrada a cui è pure legata la leggenda, che narra di un calzolaio locale che il giorno della vigilia della festa del 1645, invece di astenersi dal lavoro per celebrare la Santa, si attardò e dalla sua scarpa vide uscire da un foro, per ben tre volte, uno spruzzo di sangue. La scarpa è ancora conservata all’interno della chiesetta e viene esposta al pubblico durante la giornata di festa. Per chi volesse ammirarla, questa caratteristica chiesetta è nei pressi del noto Hotel Santa Lucia Cefalù Sicilia, e ricade all’interno del resort Cefalù Club Med.
Nel territorio siciliano esistono molti modi per celebrare la festa anche a tavola. La tradizione vuole che per l’intera giornata del 13 dicembre non si mangino né pasta né pane, per questo il cibo tipico della festa è anche la cuccìa, ovvero il grano bollito, in versione sia salata che dolce, come nella versione con la crema di latte o con la crema di ricotta. Oltre la gustosa cuccia, il piatto preferito dai siciliani durante questa giornata, è l’arancina: famosa ormai ovunque, si tratta essenzialmente di una “palla” di riso impanata e fritta, e con all’interno ragù di carne, ma anche prosciutto e formaggio, spinaci o in tanti altri possibili ripieni. L’arancina è il prodotto di rosticceria che più soddisfa i palati dei siciliani durante la giornata di Santa Lucia, ma è possibile comunque mangiare il riso anche sotto forma di timballi o sformati, infornati o fritti.
Santa Lucia leggenda siciliana
Secondo la tradizione iconografica Santa Lucia è raffigurata con un mazzo di spighe in mano e con una tazza contenente gli occhi, questo perché secondo la tradizione la vergine e martire siracusana è la protettrice della vista, quindi anche della luce dei nostri occhi. Infatti molto spesso è rappresentata anche con in mano una fiaccola accesa. Ma come mai Lucia è definita la Santa protettrice della vista? La spiegazione è molto semplice: Lucia è stata una martire cristiana, morì il 13 dicembre del 304 d.C. durante la persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano e le furono strappati gli occhi dopo essere stata decapitata. Santa Lucia nella leggenda siciliana è invece legata al simbolo del grano, che fa riferimento a quando giunse nel 1646 una nave piena di frumento presso la città di Siracusa, durante una grave carestia all’epoca della dominazione spagnola. Non a caso per l’intera giornata non si consuma pasta e pane, ma solamente legumi, verdure, o arancine e cuccia e tutti i piatti tipici del giorno di festa: si dice che chi rinuncia al pane e alla pasta avrà preservata la vista.
La storia della leggenda di Santa Lucia ha sicuramente dei collegamenti più antichi: la rappresentazione iconografica della Santa, viene paragonata a quella di Demetra e Cerere, entrambe con grano e fiaccola in mano. Inoltre, non è casuale la scelta di festeggiare Santa Lucia a Dicembre, nel periodo dell’anno che precede il solstizio d’inverno, dove fin dall’antichità vengono svolti i riti in onore della luce.
© Riproduzione riservata