A Terrasini nei giorni di Pasqua gli scapoli del paese danno vita alla Festa di li Schietti, che tutti gli anni richiama migliaia di curiosi e visitatori. E’ una festa antica, legata alle usanze locali ma anche al rito della rigenerazione della natura. Le sue origini risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, epoca in cui in occasione dei giorni di Pasqua era usanza tra gli scapoli del paese chiedere in moglie la propria fidanzata sollevando un albero sotto il suo balcone, dal quale la ragazza staccava un ramoscello per dimostrare di aver accettato la proposta di matrimonio.
La Festa degli Schietti di Terrasini
La Festa di li Schietti celebra la rinascita e rievoca le feste pagane che si svolgevano in primavera nel mondo ellenico nei giorni dell’Equinozio, le cosiddette Adonie in onore del bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite, ucciso per gelosia mentre andava a caccia. Il mito narra che Adone rinasce ogni anno in Primavera con la fioritura della vegetazione scaturita dal suo sangue, di cui sono imbevute le acque e la terra.
Nella Festa degli schietti di Terrasini i celibi si misurano ancora in una gara di abilità e di prestanza fisica, poiché la competizione consiste nel sollevamento di un albero d’arancio, del peso di cinquanta chili circa, e nel tenerlo in equilibrio con una mano il maggior tempo possibile. Per tradizione l’albero deve essere tagliato la vigilia della festa, giorno in cui viene anche ucciso un montone per il consueto banchetto degli schietti. E così il sabato Santo il comitato degli schietti, anticamente chiamato “Dubitazione”, si reca nelle campagne attorno al paese per effettuare il rito del taglio della pianta, ossia di un melangono (arancio amaro), preferito agli altri arbusti poiché resiste meglio alle frequenti cadute a terra a cui viene inevitabilmente sottoposto durante la gara. La Festa degli schietti di Terrasini è l’ccasione anche per prendere parte alla tradizionale manciata di li schietti con la degustazione dei prodotti tipici locali.
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Dopo essere stato adornato con nastri colorati, fazzoletti rossi, e piccoli sonagli (ciancianeddi), l’albero viene sistemato sopra un carretto siciliano riccamente addobbato, per essere trasportato in paese. Un tempo a queste decorazioni si aggiungevano anche i cosiddetti aineddi, formaggi a forma di piccoli agnelli.
La Domenica di Pasqua l’albero viene dapprima benedetto e poi portato in giro per le vie del paese. Lungo il tragitto le finestre e i balconi si riempiono di gente e chi lo desidera, potrà sollevare l’albero versando un’offerta, sebbene l’alzata più importante è quella che il fidanzato compie sotto il balcone della zita. Nel pomeriggio nella piazza principale del paese ha luogo la festa di li schietti che si cimentano nell’alzata dell’albero con indosso i costumi caratteristici siciliani, ovvero pantaloni e gilet neri, camicia bianca, foulard rosso e “pon pon”, e con tanto di premiazione finale, concerto e spettacolo di giochi pirotecnici conclusivo.
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