Parco Archeologico di Naxos

La più antica colonia greca di Sicilia fu fondata nel 734 a.C. sulla costa orientale dell’isola dai Calcidesi d’Eubea e dai coloni provenienti dall’isola di Naxos nelle Cicladi. Racconta lo storico Tucidide che i coloni con a capo Teocle presero terra su di una spiaggia “…fondarono Naxos ed eressero un altare ad Apollo Archegétes, quello che ora è fuori della città: sopra di esso i theoroi (inviati alle feste panelleniche) sacrificano prima di partire dalla Sicilia”.
L’abitato di Naxos sorgeva nel tratto di costa compreso tra Capo Taormina e Capo Schisò ed oggi la storia di quella antichissima città è salvaguardata e raccontata dal Parco archeologico di Naxos che comprende anche un museo, dove il passato della colonia greca è illustrato attraverso collezioni costituite da reperti provenienti dagli scavi e persino da recuperi subacquei.

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Il Parco Archeologico di Naxos

Il nucleo originario dell’antica colonia di Naxos non dovette superare i dieci ettari, ma nei secoli successivi si sviluppò con una tale rapidità che già nel corso del VII sec a.C. occupava una vasta superficie. All’epoca era circondato da mura in pietra lavica e vi si accedeva da quattro porte. Il piccolo centro fu fiorente per tutto il periodo arcaico, per poi essere riedificato nei primi decenni del V secolo a.C. assumendo l’aspetto di una vera e propria città.
Era il 476 a. C. quando Ierone di Siracusa, dopo aver trasferito i Nassi a Lentini, rifonda il centro abitato conferendogli un impianto rigidamente regolare, impostato su tre assi stradali est-ovest, le platéiai. Quest’ultime, intersecandosi con una serie di strade ad orientamento nord-sud, dette stenopòi, davano forma ad isolati dove trovavano posto le abitazioni. L’agora si trovava sul fronte settentrionale della città, aperta verso il porto.
È questa la città dalle larghe strade che verrà distrutta da Dionigi di Siracusa nel 403 a.C che volle vendicare lo schieramento di Naxos con Atene nel conflitto che gli ateniesi ebbero con Siracusa nelle guerre del Peloponneso (431-404 a.C.).
Il sistema viario dell’antica Naxos assicurava il collegamento tra la costa, l’entroterra e le aree sacre che, con i propri tempietti, si disponevano attorno alla città. Tra essi vi era il santuario di Hera o Afrodite, i cui resti si scorgono nell’angolo sud- occidentale dell’antica colonia.
Diverse fornaci sorgevano all’esterno della cinta muraria. Sulla sommità di una collinetta sono stati trovati i resti di neoria, ossia ricoveri per navi. Testimonianze di questo tipo si hanno nei maggiori porti dell’antica Grecia. Il neorion è una struttura distintiva dei porti militari, una sorta di rampa di alaggio protetta da un tetto, risalente tra il VI e il V secolo a.C. ed in uso sino all’età romana. Necropoli del periodo arcaico (VIII-VI secolo a.C.) comprendenti centinaia di tombe, sono state portate alla luce nei pressi della costa. Sepolture del V secolo a.C. si trovano ad ovest del torrente Santa Venera, quelle di epoca ellenistica sulla sponda destra.
Il Museo archeologico di Naxos è ospitato all’interno nel parco. Parte delle collezioni si trovano nelle sale di un fortino borbonico con un torrione del XVI secolo, che un tempo era posto a guardia dell’imboccatura del porto. In mostra si trovano numerosi reperti provenienti dagli scavi condotti a partire dal 1953 ed altri provenienti dai Musei Archeologici di Palermo e Siracusa e dal Museo dell’Università di Heidelberg. Nel torrione del Fortino Borbonico sono invece esposti i reperti provenienti da recuperi subacquei, quali anfore, ceppi d’ancora e macine.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: VII secolo a.C.
  • Ubicazione: Lungomare Schisò
  • Proprietà: Regione Siciliana
  • Informazioni: Tel. (+39) 094 251001
  • Visite: Aperto tutti i giorni dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto
  • Costo bigllietti: intero 4 €, ridotto 2 €
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