La Festa di San Calogero a Cesarò, in provincia di Messina, è un evento di profonda importanza religiosa e culturale che si svolge due volte l’anno, il 18 giugno e il 21 agosto. Queste date sono segnate da ricche tradizioni che intrecciano il sacro e il profano, riflettendo l’armonia culturale della comunità.
La Festa patronale di Cesarò
Il culto di San Calogero in questa zona dei Nebrodi, è strettamente connesso al passaggio in paese delle reliquie, un evento che ha catalizzato un’intensa devozione tra gli abitanti di Cesarò. Nel corso del tempo, questo sentimento religioso si è radicato profondamente, portando all’elezione di San Calogero come Santo Patrono, alla costruzione di una chiesa dedicata nella piazza principale del paese e alla creazione di una confraternita che ne perpetua il culto.
Il 18 giugno, la celebrazione di San Calogero segue il calendario liturgico tradizionale. Invece, il 21 agosto assume un significato particolarmente simbolico, celebrato come giorno di ringraziamento per il completamento della raccolta del grano, riflettendo l’importanza storica dell’agricoltura e della pastorizia per l’economia di Cesarò. L’antica fiera di Cesarò, tradizionalmente legata alle festività di San Calogero, rappresentava un appuntamento cruciale per la comunità e oltre, radunando venditori e compratori da tutta la Sicilia. Questo evento, uno dei più antichi e rinomati dell’isola, aveva origini ben anteriori all’elezione di San Calogero come patrono del paese, con legami storici anche alla festa di San Rocco e, probabilmente, a quella di Sant’Antonio da Padova. La fiera del bestiame di Cesarò durava fino a otto giorni e trasformava il paese in un vivace centro di commercio e socializzazione. Migliaia di capi di bestiame venivano condotti attraverso antiche trazzere per essere venduti, mentre mercanti e visitatori arrivavano a dorso di mulo, in carrozza o carretto, spesso alloggiando in locande o presso conoscenti. Oltre al bestiame, la fiera offriva una vasta gamma di prodotti: tessuti, calzature, ceramiche, utensili da lavoro, attrezzi agricoli, bardature per gli animali, nonché gioielli, giocattoli, dolciumi e altre leccornie. Le merci erano esposte in bancarelle, sotto gli archi della piazza San Calogero e nelle strade adiacenti, creando un grande mercato all’aperto. La fiera era anche un’occasione di intrattenimento, con cantastorie, indovini e artisti di strada che animavano le giornate, attirando l’attenzione dei visitatori con storie e trucchi. Nonostante la qualità talvolta modesta di alcuni beni, le famiglie contadine approfittavano di questa occasione per fare acquisti necessari, spendendo i risparmi accumulati durante l’anno. Durante i festeggiamenti in onore di San Calogero si teneva il Palio di Cesarò, una competizione equestre che richiamava fantini da tutta la Sicilia. Una giuria selezionata era incaricata di valutare le gare di velocità.
La festa patronale a Cesarò prende avvio nei giorni precedenti con rituali unici come la questua e la pesata dei bambini, quest’ultima si svolge durante la vigilia della celebrazione di agosto. Dotati di una bilancia a bilico e accompagnati da una mula o giumenta, impiegata per il trasporto del grano e seguita dalla banda musicale, i membri della commissione visitano le abitazioni delle famiglie che hanno scelto di partecipare. In un’atmosfera festosa, il bambino viene posizionato su un piatto della bilancia e, sull’altro, viene collocato un sacco di grano. Il tutto si svolge con un gesto che simboleggia buona fortuna e salute, esclamando: “Bon pisu e saluti: viva San Caloriu!”. Tradizionalmente, ogni coppia di neo-sposi contadini prometteva a San Calogero un’offerta in grano pari al peso del loro primo figlio maschio.
Le celebrazioni per San Calogero a Cesarò includono il triduo, le processioni delle reliquie e della statua di San Calogero, seguite con fervore dai devoti. Questi eventi religiosi si alternano a festività laiche come giochi popolari, sfilate di cavalli e spettacoli musicali dell’Estate Cesarese che culminano con i tradizionali fuochi d’artificio.
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