I festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Padova a Capizzi cominciano a Giugno con la tredicina e il 24 Agosto con la novena in onore al Santo e culminano agli inizi di Settembre. La notte tra l’1 e il 2 settembre si svolge un suggestivo pellegrinaggio di fedeli che a piedi scalzi o a cavallo si recano presso ‘u chianu a Cannedda (contrada Cannella) nel territorio del vicino comune di Caronia, che sino al 1898 era appartenuto a Capizzi. La tradizione vuole che in questo luogo, durante il suo cammino, abbia sostato per un’intera notte in cerca di riposo, il religioso francescano nato a Lisbona alla fine del Medioevo e canonizzato dalla Chiesa cattolica come “Antonio di Padova”, che è invocato dai fedeli per le sue eccezionali virtù taumaturgiche. Nelle sue peregrinazioni Sant’Antonio non perdeva occasione per battersi a favore degli oppressi e dei poveri e la sua fama di taumaturgo per molto tempo oscurò le doti di dottrina, ma nel 1946 la Chiesa gli rese giustizia proclamandolo Dottore della Chiesa Universale. Il 13 giugno si celebra la sua solennità, a Capizzi la festa in onore del Santo si svolge invece il 3 settembre. Il 1° settembre del 2011 i frati minori conventuali della provincia patavina, hanno fatto dono alla città di Capizzi, di una Reliquia “ex cute” estratta dal cranio del Santo nella ricognizione canonica del 1981, che è custodita in una nicchia ricavata sotto la statua di Sant’Antonio, nell’omonima chiesa.
La Festa di Sant’Antonio di Padova di Capizzi
Ogni anno in occasione della Festa di Sant’Antonio di Padova a Capizzi, decine e decine di fedeli si danno appuntamento davanti alla Chiesa di S. Antonio in Piazza Miracoli e, per ringraziare il Santo per le guarigioni ottenute, alle prime luci dell’alba affrontano ‘u viaggio a Cannedda, lungo quattro ore, attraverso i boschi dei Nebrodi. Giunti sul luogo, dove oggi sorge un altare, assistono alla celebrazione della Santa Messa e banchettano in allegria.
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Anticamente a questa suggestiva processione prendevano parte i cosiddetti urdunara (mulattieri), ossia coloro che si occupavano del trasporto di legna o carbone a dorso di muli, al fine di propiziare il loro lavoro. Nel 1922 venne così costituita la loro compagnia vetturale che scelse come simbolo il Vessillo di Sant’Antonio di Padova e, nel 1950, si decise di fare la bardatura ai muli con caratteristiche decorazioni (tistali, batticianchi, campanelle, pusala, cudera, fasce e fardali). Ancora oggi la bannera (vessillo) viene portata in pellegrinaggio.
Nel pomeriggio del 2 settembre i fedeli ritornano in paese e sfilano per le strade del centro in groppa a muli e cavalli, adornati a festa e con lo stendardo e la bandiera. Comincia così una suggestiva processione del fercolo del Santo che, dalla sua chiesa, viene condotto sino alla Chiesa Madre. La mattina del 3 settembre i membri della Confraternita di Sant’Antonio di Padova di Capizzi, con addosso l’abito confraternale, composto dalla “cappa” o sacco bianco con cingolo e guanti bianchi, e mantella di colore moscato, si recano in processione dalla chiesa di Sant’Antonio alla Chiesa Madre per prendere parte alla Messa solenne assieme alle Autorità civili e militari. Le celebrazioni per Sant’Antonio di Padova di Capizzi continuano nel pomeriggio quando il Santo viene portato in processione per le vie del paese assieme alla Madonna delle Grazie e si concludono la sera, con gli immancabili fuochi d’artificio in piazza e lo spettacolo musicale.
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