La Festa di Sant’Antonio Abate di Aci Sant’Antonio si svolge con solennità nel mese di gennaio di ogni anno e vi prende parte tutta la comunità che con grande devozione accompagna in processione la statua del Santo per le vie del paese.
La Festa di Sant’Antonio Abate Aci Sant’Antonio
Quella in onore di Sant’Antonio Abate di Aci Sant’Antonio è la festa patronale e ha origini molto antiche. Il Santo, tra i più amati e celebrati dell’Italia meridionale, è il Patrono della comunità che risiede nel cuore del territorio etneo, tra l’Etna e il mare e che nell’antichità, in onore di Sant’Antonio Abate, ha pure mutato il nome del proprio casale da Casalotto ad Aci Sant’Antonio.
Ad Aci Sant’Antonio a Sant’Antonio Abate vengono attribuiti solenni festeggiamenti sin dal XVI secolo. Un privilegio concesso nel 1563 dal Vicario Anzalone attesta che già all’epoca gli abitanti di Casalotto portavano in processione il pregevole simulacro che raffigura Sant’Antonio Abate mentre tiene la mano destra alzata nell’atto di benedire, conservata tuttora in una cappella della Chiesa Madre di Aci Sant’Antonio in Piazza Maggiore, e svelata ogni anno nel giorno di festa. Ad essere portate in processione nel corso dei festeggiamenti patronali ad Aci Sant’Antonio erano anche le candelore nel numero di sei che, nel Settecento quando fecero per la prima volta la loro comparsa, consistevano in dei grossi ceri portati a spalle con delle barrette in legno per illuminare il percorso della processione. Le celebrazioni si accompagnavano alla “calata dell’angelo”, alle tradizionali cantate eseguite dai quartieri e alla corsa dei cavalli del giorno della festa, prima dell’uscita delle candelore.
I festeggiamenti invernali per il Santo Patrono ad Aci Sant’Antonio sono annunciati la mattina del 17 gennaio dal rintocco dei sacri bronzi e dallo sparo di colpi a cannone, a cui seguiranno le celebrazioni eucaristiche, la benedizione del pane e la tradizionale svelata del simulacro che, tra gli inni di gioia, viene esposto alla venerazione dei fedeli e, nella tarda mattinata, si concludono con il tradizionale rito della benedizione degli animali. Al calar della sera il cinquecentesco simulacro è posto sull’artistica vara, abbellita con colonne corinzie, arcate, un cupolone riccamente ornato, lampade in argento e angioletti, e all’uscita dalla Chiesa Madre al Santo intitolata, viene accolto da un gran numero di fedeli in festa per essere condotto in processione lungo le vie del centro, con alcune soste di preghiera dinanzi le chiese cittadine.
Il fercolo sarà portato in processione assieme alle quattro candelore anche ad agosto, nei giorni in cui si celebra la grande festa estiva.
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