Prendete una chiesa barocca nel cuore del centro storico della città. Aggiungete un’urna d’argento seicentesca che custodisce i resti di Sant’Angelo martire, frate carmelitano vissuto nel XIII secolo, ucciso il 5 maggio del 1220, e quattro ‘ntorcie, torri lignee ottocentesche alte cinque metri con su in cima un cero (‘u balannuni), portate in processione da altrettanti esponenti di ceti sociali. E, a corona, una popolazione immensa e devota. Benvenuti a Licata, teatro dei festeggiamenti patronali più singolari dell’intera Sicilia. Sì, perché a Sant’Angelo Martire, il borgo marinaro in provincia di Agrigento, durante l’anno dedica tre feste e al rito religioso del 5 maggio sono legate tre corse che rappresentano le diverse fasi della vita di Sant’Angelo e del viaggio che lo condusse a Licata, dove subì il martirio per mano del regio castellano della città.
La Festa di Sant’Angelo Martire di Licata
La prima corsa della Festa di Sant’Angelo Martire di Licata ha come protagonisti dozzine di uomini che, legati tra di loro con le braccia strette attorno all’urna del Santo, corrono tra la folla al grido di “Viva Sant’Angelo”. La seconda riguarda i ceri che sormontano le rispettive torri in legno. L’ultima è la corsa che fanno i portatori per ricondurre in chiesa l’urna del Santo.
La mattina del giorno di festa di Sant’Angelo Martire di Licata l’urna d’argento, realizzata 1623 dall’orafo ragusano Lucio de Anizi, esce dalla chiesa per essere portata a spalla per le vie del centro, dai marinai a piedi scalzi e con indosso la divisa della Marina Militare. Secondo la tradizione il Santo è infatti protettore della terra e del mare e, come racconta il Pitrè, un tempo vi era l’usanza da parte dei marinai di bruciare la barca più grande la sera del 4 maggio, per invocare la protezione del Santo. Suggestiva è anche la sfilata dei muli che i contadini portano in chiesa parati a festa con in capo un’offerta in denaro da consegnare al parroco, per ringraziare il Santo per il buon raccolto.
Le celebrazioni della festa di Sant’Angelo Martire di Licata si protraggono fino al 6 maggio, il “giorno del ringraziamento”, quando si svolge la “fiera di maggio”, con le bancarelle che occupano le strade principali della città, animata da spettacoli musicali e dai fuochi d’artificio. Al Santo Patrono è dedicata una chiesa all’interno della quale vi è il pozzo miracoloso, dove sarebbero state scoperte le reliquie di Sant’Angelo. La sera del giorno del ringraziamento l’urna è riposta nella cappella dopo che viene cantato il Te Deum, e chiusa con tre chiavi per essere riaperta in agosto, per l’altra festa in onore di Sant’Angelo in ricordo della liberazione della città dalla peste del 1625.
La Festa di Sant’Angelo di Licata di Mezz’Agosto
Le origini della festa di Sant’Angelo di Mezz’Agosto di Licata sono legate ad un evento miracoloso avvenuto nel mese di agosto del 1625. La città all’epoca venne infatti liberata dalla peste grazie all’intercessione del Santo Patrono a cui, per l’occasione, in quell’anno fu edificata una nuova chiesa sul sito di quella preesistente. In seguito a quel miracolo venne anche stabilito di celebrare il Santo il 16 agosto di ogni anno, giorno in cui, oltre alla celebrazione del Vespro e della Messa, si svolgeva la processione dell’urna argentea che lungo il tragitto faceva sosta presso l’abitazione della Marina dove era scoppiata la pestilenza. Nei giorni di festa, tra canti, musica e balli, aveva luogo la fiera di agosto e i proventi derivanti dall’occupazione del suolo pubblico da parte dei mercanti, venivano impiegati per l’organizzazione della festa. Fino al 1850 questa costituiva la festa principale in onore a Sant’Angelo per poi diventare, rispetto a quella di maggio, la festività secondaria. Oggi la festa di agosto che celebra Sant’Angelo a Licata si volge con le stesse funzioni religiose e civili di quella di maggio, con la processione per le vie della città e le tradizionali corse dell’urna.
L’11 gennaio di ogni anno si celebra la festa “invernale” di Sant’Angelo per ringraziare il Santo di aver protetto e salvato la città dal terribile terremoto che l’11 gennaio del 1693 colpì il Val di Noto e parte della Sicilia orientale.
Il 2 marzo è il giorno della ricorrenza della nascita di Sant’Angelo Martire. Le celebrazioni quest’anno sono molto più sentite da tutta la comunità perché nel convento di Sant’Angelo a Licata dopo circa ventotto anni di assenza tornano i Padri Carmelitani.
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