L’abbazia di Santa Maria La Scala si trova a Paternò in contrada Giaconia circondata dalle abitazioni e nascosta alla vista. La costruzione risale al XII secolo, sorse come monastero basiliano ed oggi versa in cattive condizioni.
La sua fondazione al di fuori dall’antico centro abitato si deve alla contessa Adelasia di Adernò, nipote del primo conte di Sicilia Ruggero il Normanno, che la fece costruire intorno al 1140. Il primo documento storico che lo riguarda porta la data del 1170 ed è un diploma di Guglielmo il Buono dal quale si apprende che in quell’anno il monastero passò dal rito greco a quello latino. Situazione che dovette perdurare almeno sino al 1360 e pochi anni dopo nel monastero si stabilì una comunità di benedettini. Tra i monaci di rito greco si ricorda padre Stefano di Paternò che visse al tempo di Gugliemo d’Altavilla.
Abbazia Santa Maria della Scala di Paternò
Nei secoli successivi l’abbazia di Paternò, conosciuta di nome di “Conventaccio”, ospitò i certosini che ne presero possesso dopo l’abbandono dei benedettini, a cui seguirono gli agostiniani scalzi che qui vissero fino al 1785, anno in cui si trasferirono in uno nuovo convento con annessa chiesa intitolata a Maria SS. della Scala al Cassero Vecchio, l’odierna via Garibaldi di Paternò. Scrive a tal proposito Vito Amico «… abitavano costoro l’insigne abazia benedettina di S. Maria della Scala, come altrove diciamo, e travagliati sin da pochi anni dall’insalubrità dell’aria, abbandonatala, si ridussero dentro le mura» e ne cita l’ultimo abate, un tal Giuseppe Crisafulli.
L’abbazia di Santa Maria La Scala venne soppressa nel 1833. Al momento dell’antica fabbrica rimangono pochi ruderi ed alcune sue parti risultano inglobate nelle abitazioni più recenti. Un tempo però la costruzione comprendeva la chiesa e il monastero di cui fino ai primi decenni del secolo scorso erano ancora visibili alcuni locali, tra cui i magazzini e il palmento. Dell’antico convento riferisce padre Francesco Onorato Colonna, monaco benedettino di origine palermitana, che trascorse buona parte della sua vita monastica presso il monastero di S. Nicolò l’Arena di Catania. Lo storico, che all’antica città di Adernò dedicò un manoscritto nel 1731, ne descrive le pitture bizantine dei ruderi del cenobio nelle quali risaltava la forma del cappuccio dell’abito dei monaci che ricordava quello greco. Affreschi erano posti a decoro anche dell’abside della chiesa abbaziale in cui erano presenti pure tre nicchie, di cui due laterali e una più grande centrale. Un’iscrizione normanna a caratteri gotici realizzata a mosaico con frammenti di terracotta riportava queste parole: “Sanctae Mariae Scalae et Jesus Templum hoc Sanctum conditum… anno CCC”. La scritta capeggiava sull’architrave di una porta di un locale attiguo alla chiesa. Un ambiente con volta a botte si trova all’interno di un’abitazione privata.
Santa Maria della Scala: architettura
Oggi del monastero di Santa Maria della Scala di Paternò sono rimaste alcune mura realizzate con pietra lavica che presentano tracce di fattura medievale e si caratterizzano per la presenza di una porta ad arco acuto visibile dalla strada, e parte della chiesa che si sviluppava lungo un’unica navata e presentava delle monofore come aperture su entrambi i prospetti laterali, alcune delle quali sono ancora oggi ben distinguibili.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XII secolo
- Ubicazione: Via Scala Vecchia
- Condizioni: Ruderi