Abbazia dei Santi Pietro e Paolo – Itala

L’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Itala risale all’XI secolo e rappresenrta uno dei più antichi esempi nell’isola di chiesa a pianta basilicale. Sorge nella frazione Croce di Itala in provincia di Messina e la sua storia ebbe inizio nel 1092. A questa data risale infatti il diploma dove il Conte Ruggero nomina Gerasimo primo abate del monastero e gli concede diversi possedimenti, tra cui i casali di Alì e di Itala, a quel tempo chiamata Gitala.

Abbazia dei Santi Pietro e Paolo

L’abbazia di Itala, antico borgo in provincia di Messina, venne fondata in memoria della vittoria normanna conseguita sui Saraceni, che a quel tempo furono cacciati dalle terre di Itala ed Alì e la tradizione popolare vuole che sia stata eretta proprio sul posto dove si svolse la violenta battaglia.
Del diploma del Conte Ruggero, che viene riportato dal Pirri in Sicilia Sacra e rappresenta il primo documento storico in cui si fa riferimento all’abbazia, ne parla anche lo storico e abate Vito Maria Amico che nel Settecento nel “Lexicon Topographicum Siculum” scrive cosi: « Itala[…] siede in declive poggio, presso il corso del fiumicello dello stesso nome, che il Conte Ruggiero nel corso di una sua vittoria tolse colla terra di Alì ai Saraceni e, donollo al monastero dell’ordine di S. Basilio da lui edificato sotto il titolo dei SS. Pietro e Paolo di cui elesse primo Abale nel 1093 il religiosissimo Gerasimo, come dichiarasi in un suo diploma e sigillo, dove descritti i campi ed i confini assegnati in dote ed uso dei monaci di quel convento vi comprende l’una e l’altra terra Ali cioè ed Itala, ne dichiara però i terrazzani sudditi del solo Abate».
Lo stesso autore ricorda i confini delle terre del monastero d’Itala che risultano dal diploma del conte Ruggero: «[…]cominciando dalla spiaggia della foce del fiume di Gitala salendole lunghesso sino al casale nominato Elucepite sino al Canneto».
Dalle varie fonti storiche si apprende anche che nel 1131 il monastero fu sottoposto all’archimandritato del S. Salvatore di Messina, nel Trecento ospita una decina di monaci, nel 1753 fu eletto abate Domenico Gravina ed Alliata dei Principi di Palagonia e che il suo ultimo abate fu Don Gesualdo Guccione che lo abbandonò il 7 giugno del 1870.

Dell’antico monastero rimane solo la chiesa basilicale con elementi architettonici arabi e normanni. L’edificio di culto sorge nella frazione Croce immersa nella natura, tra agrumeti e frutteti, e affascina il visitatore per la maestosità e la bellezza dei suoi prospetti, dove i mattoni policromi si alternano alla pietra lavica e di fiumara e dove, la presenza di particolari elementi architettonici, conferiscono all’edificio lo stile tipico dell’epoca araba e normanna.

L’Abbazia di Itala: architettura

L’impianto architettonico della chiesa si sviluppa su tre navate divise tra loro da colonne nel numero di sei con capitelli a campana, che sostengono otto archi a sesto acuto. L’aula centrale è più alta rispetto a quelle laterali, e presenta una copertura a doppio spiovente con un soffitto ligneo a capriate. In fondo alle navate si trova il transetto che racchiude tre absidi semicircolari ed è separato dalla navata da un arco trionfale acuto e sorretto da pilastri. In corripondenza dell’altare si trova la cupola arabeggiante ben visibile all’esterno. Essa poggia su due tamburi, di cui uno a base rettangolare e l’altro quadrato sui cui lati sono presenti monofore ad ogiva.
Le pareti delle navate nel tempo hanno subìto  vistose modifiche che ne hanno compromesso l’aspetto originario. Oggi risultano intonacate e non presentano più i motivi decorativi di un tempo ed anche le colonne e i capitelli originari sono stati sostituiti. La chiesa è abbellita con le tele realizzate dai monaci basiliani che vissero nell’annesso convento sino al 1870.

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I prospetti dell’abbazia d’Itala colpiscono per i loro motivi decorativi dati dall’incrocio di archi a tutto sesto, dalle arcature a uno o più incassi, dalle lesene e dalle tinte dei diversi materiali lapidei, che variano dal bianco, al rosso al nero. Decorazioni simili sono presenti nella coeva chiesa normanna di Santa Maria di Mili, fatta anch’essa realizzare dal conte Ruggero I di Sicilia e nell’abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo, fondata qualche tempo dopo e di cui si pensa l’abbazia di Itala abbia avuto probabilmente la stessa sorte. Per tutte e tre le abbazie messinesi si parla infatti di una riedificazione da parte del conte Ruggero, e non di una costuzione vera e propria, in quanto probabilmente già esistenti molto tempo prima.
Le decorazioni presenti sul prospetto laterale della chiesa dei SS. Pietro e Paolo d’Itala sono molto più elaborate delle altre due chiese. Consistono infatti in un alternarsi di monofore aperte e chiuse, dove ogni coppia di aperture è incorniciata da lesene e decorata nella parte sommitale dagli archi a tutto sesto che, incrociandosi con archi dello stesso tipo, in corrispondenza di ogni monofora creano archi a sesto acuto con trilobo.

La facciata principale dell’abbazia di Itala è più sobria rispetto a quella laterale, essendo priva della decorazione degli archi intrecciati e si contraddistingue per la presenza di un architrave in pietra lavica posto sopra il portone d’ingresso. Il prospetto è esposto ad occidente ed è reso più interessante anche dalla presenza di archi ogivali, lesene, arcate e arcature.
Il complesso architettonico comprende la torre campanaria di epoca successiva mentre dell’antico monastero, che tempo accoglieva un palmento, rimane ben poco se si esclude un’apertura ad arco che attualmente funge da ingresso alla piazzola della chiesa. La Basilica, che nel 1930 stava per essere demolita, è ancora oggi aperta al culto.

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Informazioni aggiuntive

  • Epoca: XI secolo
  • Ubicazione: Croce, fraz. di Itala
  • Condizioni: Buone
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