
Il Venerdì Santo di Erice è un evento di straordinaria intensità spirituale e storica, capace di coinvolgere profondamente la comunità locale e i visitatori. La Processione dei Misteri, le cui origini risalgono probabilmente alla metà del XVI secolo, si distingue per il suo carattere raccolto e suggestivo, inserendosi perfettamente nel contesto medievale del borgo.
La Processione dei Misteri di Erice
La Processione dei Misteri di Erice affonda le sue radici in un passato remoto, quando le celebrazioni della Settimana Santa cominciavano a prendere forma nel borgo medievale. L’origine di questa sacra rappresentazione è legata alla Chiesa e Confraternita di Sant’Orsola, situata nei pressi di Porta Spada, un luogo mistico che per secoli ha custodito i preziosi gruppi scultorei settecenteschi. La Chiesa di Sant’Orsola fu edificata nel 1413 per volontà del religioso Michele Lombardo e successivamente ampliata grazie al contributo del nipote, padre Giovanni, che aggiunse una seconda navata in onore di Santa Maria di Gesù. Da qui, ogni anno, i Misteri attraversavano il portale della chiesa per intraprendere la lunga e tortuosa salita lungo la Via dell’Addolorata, un percorso carico di simbolismo e devozione. Tuttavia, già alla fine del XVIII secolo, la conformazione urbana di Erice era cambiata e la Chiesa di Sant’Orsola risultava troppo distante dai quartieri più popolati. Si pensò, quindi, di costruire un nuovo luogo di culto per ospitare i gruppi sacri, ma i lavori non vennero mai portati a termine.
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Negli ultimi anni, i gruppi della Processione dei Misteri hanno trovato una nuova e degna collocazione nella Chiesa di San Giuliano, un edificio di grande valore storico e religioso. Costruita nell’XI secolo per ordine di Ruggero il Normanno, questa chiesa si distingue per la sua architettura gotica e per la figura di San Giuliano, raffigurato con una spada e un falcone, simboli della sua vittoria sui musulmani che tentarono di espugnare Erice. San Giuliano, conosciuto come il “liberatore”, divenne il protettore della città, e il suo culto si intrecciò con la storia delle celebrazioni pasquali ericine.
Oggi, la Processione del Venerdì Santo prende il via proprio dalla Chiesa di San Giuliano, attraversando l’omonima piazzetta prima di scendere lungo una gradinata e avviarsi per le stradine medievali del borgo. La sua atmosfera solenne e il profondo legame con la comunità locale fanno di questa processione una delle più antiche e suggestive tradizioni religiose della Sicilia, un rito che ancora oggi conserva il fascino e la spiritualità delle sue origini. I sacri gruppi, più piccoli rispetto a quelli della celebre processione di Trapani, si muovono per le strette stradine acciottolate, creando un’atmosfera carica di pathos e misticismo. Il silenzio che avvolge il percorso, interrotto solo dai passi dei portatori e dalle preghiere sussurrate dai fedeli, rende questa processione un’esperienza unica, capace di emozionare anche chi non è particolarmente devoto.
Venerdì Santo a Erice: un rito che unisce fede, storia e comunità
Il corteo parte dalla Chiesa di San Giuliano e attraversa le vie storiche della città, prima di fare ritorno nella chiesa poco prima del tramonto. L’intero itinerario è un crescendo di emozioni, arricchito da scorci medievali e dalla straordinaria partecipazione della comunità ericina. Gli abitanti, chiamati “muntisi”, custodiscono con fierezza questa tradizione, tramandandola di generazione in generazione. L’apertura della processione è affidata ai figuranti, vestiti con tuniche bianche ricamate di rosso, i colori della Congregazione del Purgatorio. Il primo gruppo a sfilare è quello dei “picciriddi”, bambini che simboleggiano il passaggio della tradizione alle nuove generazioni. Seguono sette gruppi che rappresentano i momenti salienti della Passione di Cristo: Gesù nell’orto dei Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di spine, l’Ascesa al Calvario, il Crocifisso, l’Urna e l’Addolorata, una struggente immagine della Vergine avvolta in un manto nero, che chiude la processione.
Il Venerdì Santo a Erice non è solo una manifestazione religiosa, ma un momento di grande impatto emotivo e identitario. Il trasporto delle vare, senza la tipica annacata dei misteri trapanesi, è reso più impegnativo dalle pendenze del borgo e dal basolato delle strade, che costringe i portatori a un costante equilibrio. I gruppi vengono poggiati su forcelle durante le soste, un dettaglio che aggiunge ulteriore solennità al rito.
Dopo una sosta in Piazza della Loggia, la processione prosegue per le vie principali del borgo, accompagnata dalla banda musicale e dal raccoglimento dei fedeli. Il rientro nella Chiesa di San Giuliano poco prima del tramonto segna la conclusione di questa suggestiva Via Crucis, in un’atmosfera resa ancora più intensa dai giochi di luce del crepuscolo. Le ombre delle statue che si stagliano sulle antiche mura, il silenzio interrotto solo dalle preghiere e il senso di comunità che pervade l’evento, fanno della Processione dei Misteri della Passione di Erice un’esperienza unica, da vivere con il cuore aperto alla spiritualità e alla bellezza della tradizione.
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