Pasqua a Cassaro

Cassaro, incantevole borgo in provincia di Siracusa, custodisce una delle tradizioni pasquali più antiche e sentite della Sicilia. Questo evento, conosciuto come la “Simana o niuru”, prende il nome dall’antica usanza di coprire le finestre e le immagini sacre con velari neri, simbolo di lutto e raccoglimento. La Simana o niuru è un profondo intreccio di religione, cultura, folklore e gastronomia, che, di generazione in generazione, rinnova e tramanda riti secolari, richiamando ogni anno migliaia di visitatori, nonché i cassaresi emigrati che, con immutata devozione, tornano nella loro terra d’origine per celebrare la Pasqua.

La Settimana Santa di Cassaro

La Settimana Santa di Cassaro ha origini antiche, documentate già nella prima metà del XVIII secolo con la presenza della Confraternita di Maria Immacolata e San Sebastiano presso la Rettoria di San Sebastiano e della Confraternita di Santa Maria degli Agonizzanti presso la Rettoria di Sant’Antonio Abate. Queste confraternite, oggi evolutesi nei Comitati di San Sebastiano e Sant’Antonio Abate, indossano tradizionali “sacchi” bianchi con cappuccio a punta, distinguendosi per le casacche rosse (San Sebastiano) e verdi (Sant’Antonio).
La Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Le confraternite e i fedeli accompagnano la processione fino alla Chiesa di San Sebastiano, in un contesto in cui religione e tradizioni gastronomiche si intrecciano. Nella piazza Matrice, infatti, gli stand offrono specialità tipiche come ‘u pupu cu l’ova, cassatedde ca ricotta, ‘mpanate ripiene di ricotta o verdure selvatiche e ‘u pisciduovo.
Le celebrazioni della Settimana Santa a Cassaro sono un momento di profonda riflessione e devozione, scandite da riti secolari che uniscono fede, storia e comunità. Il Giovedì Santo segna l’inizio del Triduo Pasquale, e viene celebrato come il giorno della Fratellanza, un evento simbolico che rafforza il senso di appartenenza tra i fedeli. I Comitati di Sant’Antonio Abate e San Sebastiano, vestiti con i tradizionali “sacchi” e casacche, sfilano per le strade del paese fino a incontrarsi in Piazza Matrice, dove rendono omaggio davanti al portone della Chiesa Madre. Qui, in un gesto carico di significato, inclinano per tre volte i loro lunghi stendardi neri, in segno di rispetto e devozione. Dopo questa solenne cerimonia, i fedeli entrano nella chiesa per partecipare alla celebrazione della Cena del Signore, durante la quale viene rievocata la Lavanda dei Piedi, simbolo di umiltà e servizio. Al termine della funzione, ciascun Comitato porta una croce nelle proprie chiese, che rimarranno aperte fino alla mezzanotte, permettendo ai fedeli di raccogliersi in preghiera. La notte del Giovedì Santo è segnata anche dalla tradizionale visita ai Sepolcri, un momento di raccoglimento che richiama la veglia di Gesù nell’orto del Getsemani e che vede la partecipazione di tutta la comunità in un percorso di fede e riflessione.

Il Venerdì Santo di Cassaro: la solennità della “Scisa a Cruci”

Il Venerdì Santo è il giorno più solenne della Settimana Santa a Cassaro, un momento che da secoli unisce generazioni di fedeli in una celebrazione intensa e toccante. La giornata è scandita dal rito della “Scisa a Cruci”, la drammatica deposizione del Cristo Morto dalla Croce, una funzione carica di pathos e spiritualità che ogni anno si ripete identica ma che, allo stesso tempo, assume sempre un significato nuovo e profondo. La sera del Venerdì Santo a Cassaro, nella Chiesa di Sant’Antonio, si tiene l’intensa omelia delle “Sette Parole”, una profonda meditazione sulle ultime frasi pronunciate da Gesù sulla Croce. Subito dopo, in un’atmosfera di silenzioso raccoglimento, prende forma la solenne Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata. Le statue sacre, trasportate a spalla dai devoti, si muovono lentamente per le vie del paese, seguite dai fedeli immersi nella preghiera e nelle suggestive note delle marce funebri. La partecipazione della comunità è sentita e intensa: gli anziani, i giovani e le famiglie si uniscono nel segno della tradizione, tramandata di generazione in generazione con amore e devozione. Questo corteo, ricco di pathos e tradizione, rappresenta il culmine delle celebrazioni pasquali, unendo l’intera comunità in un rito che si ripete da generazioni con fede, devozione e profonda emozione.
Al calar della sera, il Sabato Santo vede la processione della Madonna alla ricerca del Figlio, seguita dalla Veglia Pasquale nella Chiesa di San Sebastiano. La cerimonia culmina con “A Risuscita”: a mezzanotte, al canto del Gloria, la statua del Cristo Risorto emerge dietro l’altare grazie a un antico marchingegno (il “cattabuni”), seguita dal suono festoso delle campane, che annunciano la Resurrezione.

La Pasqua a Cassaro

La mattina di Pasqua inizia con la statua dell’Addolorata, portata a spalla dalle donne, che percorre le vie del paese alla ricerca del Figlio. Il culmine si raggiunge a mezzogiorno su corso Umberto con “U Scontru”: la Madonna, vestita di nero, corre incontro al Cristo Risorto; al momento dell’incontro, il manto nero cade, simboleggiando la fine del lutto e la gioia della Resurrezione. Il tutto è accompagnato da spari di mortaletti, lancio di ‘nzareddi e dalla musica festosa della banda. La giornata si conclude con la Messa solenne in Chiesa Madre e la processione serale delle statue, seguita da spettacolari fuochi d’artificio. Una settimana dopo, la tradizione continua con “U Scontru de’ Carusi”, in cui i ragazzi del paese ripetono il rito pasquale con statue più piccole, rinnovando così il legame tra passato, presente e futuro. La Pasqua di Cassaro non è solo un evento religioso, ma un patrimonio culturale e identitario che unisce generazioni, mantenendo viva una tradizione secolare che continua a emozionare e coinvolgere chiunque vi prenda parte.

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Programma 2025 della Pasqua di Cassaro

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