
Ogni febbraio, Pachino si colora di fede e tradizione in occasione della Festa di San Corrado Confalonieri, compatrono della città insieme a Maria Santissima Assunta. Questo evento, profondamente radicato nella cultura locale, rappresenta per i pachinesi un momento di intensa spiritualità e comunità, celebrando il santo che è anche patrono della città di Noto e dell’intera diocesi.
La Festa di San Corrado a Pachino
San Corrado Confalonieri nacque nel 1290 a Piacenza. La sua vita subì una svolta drammatica dopo un incidente che lo spinse ad abbracciare la fede con straordinaria intensità. Responsabile di un incendio che distrusse vaste aree di terreno, Corrado si addossò la colpa per salvare un innocente condannato ingiustamente. Questo atto di responsabilità lo portò a rinunciare alle sue ricchezze e a dedicarsi completamente alla preghiera e alla penitenza. Nel 1322, Corrado si trasferì in Sicilia, stabilendosi in una grotta nei pressi di Noto Antica, oggi conosciuta come la “valle dei miracoli”. Qui visse fino alla sua morte, avvenuta il 19 febbraio 1351, e la sua figura divenne leggendaria grazie ai numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione. Tra questi, spicca il miracolo dei pani, avvenuto durante una carestia, quando il santo distribuì pane ai bisognosi, e si narra che in alcune occasioni lo estrasse miracolosamente dalla roccia.
A Pachino, la devozione verso San Corrado è profondamente sentita. Fino a qualche decennio fa, durante i festeggiamenti, il piazzale dietro la chiesa si animava con giochi popolari come ‘a cuccagna, ‘a cursa che scecchi e ‘a cursa che sacca” regalando un’atmosfera di festa e gioia. Molti cittadini portano il nome del santo, e la sua figura è profondamente amata e rispettata. Questa profonda venerazione, oltre che nelle celebrazioni di febbraio, si manifesta nel tradizionale pellegrinaggio estivo verso Noto. Durante la notte che precede l’ultima domenica di agosto, centinaia di fedeli partono a piedi da Pachino per raggiungere la cattedrale netina, dove si celebra la grande festa dedicata al patrono di Noto. Il pellegrinaggio è un’esperienza di intensa spiritualità e condivisione. Molti partecipanti affrontano il cammino scalzi o con semplici calze, portando con sé preghiere, ringraziamenti e richieste di benedizione. All’arrivo, i pellegrini vengono accolti dai portatori di San Corrado, che offrono loro il tradizionale pane benedetto, simbolo di accoglienza e grazia.
Il giorno principale dedicato a San Corrado è il 19 febbraio, data della sua solennità liturgica. Se questa ricorrenza non cade di domenica, la festa esterna, con la tradizionale processione, viene spostata alla domenica successiva. La statua del santo, custodita nella parrocchia a lui dedicata, esce in processione nel tardo pomeriggio, percorrendo le vie di Pachino. La processione è un momento di grande partecipazione popolare: i portatori di San Corrado, con forza e devozione, conducono il simulacro tra le strade adornate da fiori, luci e preziose coperte che decorano i davanzali delle abitazioni. I fedeli, con profondo affetto, accolgono il passaggio del santo, simbolo di speranza e protezione per la comunità.
Nella settimana che precede la processione, la parrocchia dei Padri Canossiani promuove un ricco programma di celebrazioni liturgiche e momenti di preghiera, che culminano con la solenne benedizione del tradizionale Pane di San Corrado, un simbolo di carità e abbondanza da donare ai fedeli e agli ammalati.
Durante i giorni della Festa di San Corrado a Pachino, l’oratorio parrocchiale si trasforma in un vivace centro di aggregazione, offrendo un’ampia varietà di attività. Tra queste, spiccano i gonfiabili per il divertimento dei più piccoli, la fiera del dolce, concorsi, spettacoli, musica e balli. Un’atmosfera gioiosa e coinvolgente che rende la celebrazione non solo un momento di spiritualità, ma anche un’occasione per rafforzare i legami comunitari e vivere insieme la tradizione in tutte le sue sfumature.
La Festa di San Corrado rappresenta per Pachino molto più di una semplice celebrazione religiosa: è un momento di unione, identità e memoria collettiva. Attraverso la devozione al santo eremita, i pachinesi rinnovano ogni anno un legame profondo con la loro storia e le loro radici, testimoniando come fede e tradizione possano essere il cuore pulsante di una comunità.
© Riproduzione riservata