Il più bel Carnevale della Valle dell’Alcantara è quello che tutti gli anni si svolge nel paese di Francavilla di Sicilia, nel messinese, una festa definita “unica in tutta Italia”, che si caratterizza per i suoi veglioni danzanti, le sfilate dei carri allegorici e dei gruppi in maschera ma soprattutto per la sua ironia e trasgressività e l’evidente significato erotico dei propri simboli.
Un tempo il Carnevale francavillese cominciava una domenica di gennaio, subito dopo la festa di Sant’Antonio, ed era annunciato dall’ingresso in paese del fantoccio di Re Carnevale. Nei giorni di festa per le vie del centro sfilavano musicanti in costume che con i loro strumenti intonavano le colonne sonore del tipiche del carnevale francavillese, tra cui “Ci ‘u visti” e la “Fasuledda”. Quest’ultima invita i presenti a disporsi in cerchi esibendosi in una tradizionale danza collettiva al ritmo incalzante della musica, dandosi delle leggere spinte (mutticedde) con le spalle. Le serate erano allietate da musiche tipiche e balli di gruppo e la via Vittorio Emanuele, per l’occasione veniva addobbata con archingiate e stelle filanti. La gente arrivava anche dai paesi vicini per esibirsi in danze e balli di gruppo ed era uno spettacolo vederla trippare, come si soleva dire, in questa immensa balera a cielo aperto e, durante quei veglioni, le più irreprensibili donne del luogo, rese anonime da maschere impenetrabili, potevano anche abbandonarsi ai piaceri della carne.
Il Carnevale di Francavilla di Sicilia
Ancora oggi un tratto della Via Vittorio Emanuele si trasforma in una grande sala da ballo, e se una volta le musiche venivano eseguite dalla banda del paese, ad allietare le danze dei presenti oggi vi sono i brani delle band musicali moderne. Un’altra caratteristica del Carnevale francavillese è la goliardica pantomima del funerale di Re Carnevale, simbolo della lussuria e della trasgressione, la cosiddetta “‘A Cianciùta” che si svolge la sera del martedì grasso. Il fantoccio di Re Carnevale sistemato sopra un cassone di un camion, sfilava lungo il corso principale tra lo sventolio dei vessilli del “baccalaro”, della “salsiccia”, delle “provole” e dell'”asso di bastone”, allusivi agli attributi intimi di entrambi i sessi. Il corteo era accompagnato dai pianti dei cosiddetti scunchiudùti (sconclusi) o piagnoni, vestiti di bianco e con la faccia infarinata, che si cimentavano anche in maccheroniche “orazioni funebri”, e degli uomini nei panni insoliti di vedove affrante ed inconsolabili, occupate a strapparsi perfino le vesti. Il re Carnevale era solito dare l’ultimo saluto con in mano la salsiccia, ad indicare che dopo quella sera iniziava la Quaresima e quindi non si poteva più mangiare carne.
Il Carnevale di Francavilla di Sicilia ancora oggi, nella giornata di martedì grasso, vede il corteo funebre attraversare le vie principali del centro con l’esilarante farsa della “Cianciùta”, accompagnata dalla banda musicale del paese. La domenica di Carnevale e il martedì grasso si potrà assistere alle sfilate dei gruppi in maschera e dei carri allegorici, con tanto di premiazione finale.
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