L’Abbazia Santa Maria della Valle si trova in quel di Messina ed è nota ai più con il nome di Badiazza. L’edificio ecclesiale sorge appena fuori dal centro urbano presso la frazione che prende il nome di Scala Ritiro e il cui toponimo è legato al culto della Madonna della Scala. L’abbazia venne fondata nell’XI secolo e sotto Guglielmo II il Buono fu elevata a Cappella Reale.
Abbazia di Santa Maria della Valle
L’abbazia Santa Maria della Valle è l’unica parte sopravvissuta di un monastero femminile e si ispira all’architettura normanna o, come riferisce Vito Maria Amico, a quella gotica. Ecco a tal proposito cosa scrive lo storico nel Dizionario Topografico della Sicilia tradotto dal latino da Gioacchino Di Marzo nel XIX secolo: «Prima però di rientrare nella città, percorrendo la fiumara denominata comunemente della Badiazza, è da osservarne nell’alto il diroccato tempio di S. Maria della Valle magnifico nell’architettura per un ottimo gusto gotico; dovrebbe custodirsi quel prezioso monumento dalla ingiuria del tempo e degli idioti, poiché rimanendo nello slato attuale fra men guari ne deploreremo la ruina totale».
Santa Maria della Valle Messina
La data precisa della sua edificazione resta incerta. Secondo alcuni storici la costruzione venne realizzata tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, altri invece spostano la data in avanti di circa due secoli, e ignoto rimane anche l’anno del suo abbandono. Una leggenda legata al culto della Madonna della Scala, anticamente diffuso in queste terre, narra però di come l’effige della Madonna sia giunta presso il convento di Santa Maria della Valle.
Correva l’anno 1167 ed è la storia di un quadro e di un miracolo: nel porto di Messina si trovava ormeggiata una nave che tra le tante merci trasportava anche una tavola in legno dipinta con l’immagine della Vergine Maria raffigurata con una scala in mano. La nave però per motivi oscuri non riusciva a prendere il largo. I marinai non sapendo cosa fare si rivolsero all’arcivescovo il quale stabilì di fare sbarcare il quadro. Fu così che la nave potè salpare. L’effige, che ne frattempo si era fatta molto pesante, non poteva essere trasportata. Fu allora sistemata sopra un carro trainato dai buoi che dopo un lungo vagare si fermò al convento di Santa Maria della Valle che da quel momento mutò il nome in Santa Maria della Scala.
Per risalire alla data di fondazione del monastero potrebbe tornare utile quanto riportato negli Annali della città di Messina del 1879, da cui si apprende pure che il miracolo della Madonna della Scala avvenne nel periodo arcivescovile di Arnaldo, che ebbe inizio nel 1147: «In tempo di questo prelato vogliono alcuni che sortito fosse in Messina il portentoso miracolo dell’immagine di Santa Maria La Scala che, come l’Arca del Testamento, fu trasportata sul carro al monastero delle vergini, nominato Santa Maria della Valle vicino al colle S. Rizzo: ciò sorti non già nell’anno 1220, in tempo di Federico Svevo come vuole il Bonfiglio, ma molto prima, ed in questi tempi, poiché nell’anno 1168 si legge il privilegio di Guglielmo II re di Sicilia, concesso a questo monastero, in cui vien denominato col titolo di Santa Maria La Scala, e non già di Santa Maria della Valle, così parimente in tempo di Enrico IV imperatore nel 1196, e della impertice Costanza nei loro privilegi, il suddetto monastero vien nominato».
La Badiazza di Messina
Il re di Sicilia Guglielmo II elevò la chiesa della Badiazza al rango di Cappella Reale e la dotò di possedimenti ed entrate, come difatti viene riportato in un privilegio del marzo 1168 nel quale si legge che concede all’Abbadessa Antiochia il casale Rachal Elmerim nella piana di Milazzo.
Quello che è certo è che i primi lavori di ampliamento della chiesa e del monastero risalgono alla prima metà del XIII secolo. Fonti storiche riferiscono anche di un incendio che nel 1282 danneggiò chiesa e monastero, i quali furono sottoposti a lavori di rifacimento e restauro agli inizi del Trecento per volere di Federico II d’Aragona che le donarono un aspetto goticheggiante.
Nel 1347 le monache benedettine che lo abitavano si trasferirono a Messina dove fondarono la chiesa di Santa Maria della Scala, facendo del monastero la loro sede estiva, e in quell’occasione il dipinto della Madonna della Scala venne portato in processione per le vie della città per porre fine alla pestilenza. Il dipinto è andato perduto con il terremoto del 1908.
Chiesa Santa Maria della Valle: architettura
Dell’antico complesso rimane solo la chiesa della Badiazza che un tempo era collegata al monastero tramite una porta ogivale di cui oggi rimangono poche tracce.
L’edificio di culto si sviluppa su pianta a tre navate con copertura a volte a crociera ogivale, i cui spigoli sono percorsi da una nervatura di rinforzo detta costolone, poggianti su pilastri cruciformi e tre absidi semicircolari, di cui quella al centro di dimensioni più grandi, e le altre due sorte per accogliere due piccole cappelle e quindi come prolungamento delle navate laterali. Sulla parete nord si scorge la porta di quello che probabilmente era l’ingresso ad una cripta.
L’aspetto architettonico della chiesa si completa con le massicce colonne in pietra e i capitelli decorati con foglie uncinate e croci, monofore, aperture d’accesso ogivali e col transetto al quale un tempo corrispondeva una cupola arabeggiante che insisteva su quattro archi ogivali, crollata nel XIX secolo. Sono andati perduti anche i mosaici bizantini realizzati in epoca sveva che ricoprivano le absidi e di cui ci resta un piccolo frammento raffigurante la testa di San Pietro, oggi esposto al museo regionale di Messina. La chiesa ha difatti subito danni a causa di alluvioni e terremoti che nel tempo ne hanno più volte modificato l’aspetto originario e cancellato alcuni dei suoi elementi architettonici più belli.
L’Abbazia Santa Maria della Valle colpisce il visitatore soprattutto per i suoi prospetti e le absidi coronate dalle merlature che la fanno assomigliare ad una fortezza. Probabilmente nel corso dei secoli la chiesa assunse pure scopi difensivi, trovandosi lungo un’importante via di comunicazione che collegava tutta la vallata orientale alla piana di Milazzo e alla costa tirrenica. La copertura era facilmente accessibile tramite una scala esterna in muratura ben visibile in corrispondenza dell’abside più grande.
In provincia di Messina una visitano meritano anche le abbazie di San Filippo di Fragalà di Frazzanò e dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo.
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Informazioni aggiuntive
- Epoca: XI secolo
- Ubicazione: Scala Ritiro, fraz. di Messina